Così, nel 1884, su Crono-Istoria di Corigliano Calabro, Giuseppe
Amato scriveva :
La quinta è quella di S. Antonio, fabbricata nel 1450. Ha un prospetto di ordine composto; il suo interno è fatto da una navata, ed a destra e sinistra da due mezze navate,
con cappelle sfondate, tutte chiuse da balaustrate di marmo, come ne sono gli altari. Il suo pavimento è pure di marmo a piccoli esagoni, bianchi e neri. Fra gli ultimi
pilastri, il piano si solleva di un gradino, e forma un piazzale vastissimo, ove sono due cappelle senza sfondo, una a destra, a sinistra l'altra, con colonne di stucco di
ordine Dorico; poi una balaustrata di marmo chiude un altro piazzaletto, sollevato sul primo per un gradino, e su questo secondo piano si solleva l'altare maggiore per tre
gradini. Questo altare è tutto di marmo bianco finissimo ed impellicciato a marmi dì diverso colore. Il piano che comincia dai due ultimi pilastri, e che termina al coro, è
sormontato da una cupola a volta arabescata, spigliata, di forma circolare, con grandi finestroni fra gli archi. Il di fuori di questa cupola è tutto fatto a mattoni
colorati, e così bene armonizzati i colori,che fanno grata vista. Dietro l'altare maggiore eravi il coro, fatto dai conventuali, di legno preziosissimo, e lavorato
stupendamente, tanto da formare l’ammirazione dei conoscitori ed ammiratori delle cose antiche. Fu venduto dai P., Liguorini nel 1854 a Monsignor Golia, vescovo di Cariati,
per ingordigia di oro, benché ricchissimi. Su questo coro è posta una statua gigantesca del SS. Redentore, in una grande nicchia. Vi sono statue bellissime, quadri pregevoli, e
specialmente quello della Madonna del Carmine. Nella sagrestia si vede il tumulo di Barnaba Abenante colla seguente iscrizione :
D.O.M
BARNABE ABENANTE GALOPEZZATI.DOMINO,
QUEM. DOMI. FORISQE. BENE SPECTATUM.
FERDINANDUS. ALPHONSUSQUE
ARAGONEI, NEAPOLITANORUM. REGES.
ELUS IN. SE. PIETATIS ATQUE. UFFICIORUM. TRACTANDIS.
ITEM. KEBUS FIDEL. AG. DILIGENTIAE. MEMORES.
HONESTARUNT.
GOMMODISQUE. AUXERANT. PLURIMIS.
MARIANUS.FILIUS.
PATRI. OPTI. ET. B. M. P. ANNO. A. PARTU VIRGINIS
M. D. XXII.
Di rimpetto a questo tumulo trovasi un altarino col quadro dì S. Nicola Abenante,in atto di ricevere il martirio. Ha la chiesa un organo bellissimo ed armonioso, collocato su di
una orchestra sostenuta da due grosse colonne di stucco, di ordine Dorio. Era questa chiesa la più ricca di tutte le altre della nostra città, per gli argenti lavorati per i
sontuosi parati — Enumero quì solo, per darne un'idea al lettori; una sfera dei peso di chilog. 2 e grammi 566; un'altra sfera del peso di chilogrammi 2 e grammi 85; una
croce di argento con fregi dorati, del peso di chilog.3 e grammi 47; un calice con patena di argento di grammi 647; due più piccoli di grammi 668, una Pisside grande del peso di
grammi 564; un sicchietto con aspersorio del peso di grammi 588; un incensiere con navetta del peso di grammi 82. Oltre a molti altri trafugati dai R. P. ed altri fatti trafugare.
Dei parati poi non ne posso dir nulla, perché dovrei far qui, per essi soli, un lunghissimo capitolo; basta menzionarne un solo tutto a lamina di argento, ricamato in oro,
valutato del costo di lire 2975; gli altri stimati, a tamburro battente però, ascendono al valore di lire 5314. Tutti trovansi enumerati e stimati in un istrumento, erogato dal Notaro
Francesco Adimari, il 3 Maggio 1872, registrato ai 22 detto mese ed anno, e conservato nella scheda di esso Notaro. La chiesa adesso è ufficiata da un cappellano.
[per rendere più semplice e rapida la lettura del documento ho ritenuto opportuno
apportare sul testo originale solo poche modifiche per "svecchiare" alcuni elementi grafici]
Giovanni Scorzafave
La Chiesa di Sant’Antonio da
Padova(sec. XV), senz’altro una della più belle di Corigliano. Si tratta dell’unica chiesa cittadina dotata di
una cupola e realizzata sul tipo delle cupole partenopee rivestita di maioliche vietresi.
Rifatta nel 1740, presenta una navata e tre cappelle laterali sormontate da artistiche cupolette: alcune in argilla, altre
splendidamente ricoperte di maioliche gialle-blu così come il cupolone centrale d’ispirazione michelangiolesca. L’interno è ricco di stucchi, marmi policromi e decorazioni
settecentesche.
La pianta è a croce latina con ampia navata centrale preceduta da un’artistica cantoria, sostenuta da due colonne e dotata di
un organo settecentesco del napoletano Filippo Basile. Nelle sei cappelle laterali sono collocate tele di autori napoletani del Settecento. Sui due altari ai lati del presbiterio, spiccano
due dipinti: l’Immacolata e l’Estasi di Sant’Antonio opera di Leonardo Antonio Olivieri (1689-1752), allievo del Solimena.
Nel cielo al centro della navata troviamo il dipinto di Severino Ferrari, datato 1740, raffigurante San Francesco che ha la visione del Crocifisso. Nella sacrestia vecchia è situato nella
Cappella Abenante il Mausoleo di Barnaba Abenante (1522), un severo quanto armonioso esempio di scultura rinascimentale. Nella stessa sacrestia recentemente restaurata troviamo un Cristo in
croce in legno, di autore ignoto del sec. XVIII, con le braccia inchiodate alzate verticalmente ed il capo rivolto in alto, secondo la visione teologica dei Francescani.
Accanto alla Chiesa, il convento dei Liguorini. Successivamente adibito a Ginnasio Garopoli ed oggi sede degli Uffici Tecnici e
Cultura del Comune.
(Pro Loco di Corigliano Calabro)