Iniziamo con Giuseppe 'u capillàrә proveniente da Taranto. Girava il paese con una cassetta di legno, legata al collo da una cinghia di cuoio; al lato della cassetta portava un sacchetto di tela in cui riponeva i capelli (di donna, solitamente) che giorno per giorno raccoglieva tra i vicinati di Corigliano. I capelli raccolti venivano, poi, spediti a Napoli. Qui, artigiani locali li utilizzavano per costruire parrucche o per adornare bambole. In cambio dei capelli, le donne potevano ottenere matasse di cotone, filati, specchi, rocchetti, bottoni, pettini, pittinissә, spìngulә e zagarellә, aghi e merceria varia. Giuseppe 'u capillә era un tipo robusto e la sua voce, inconfondibile, si udiva a distanza di chilometri. Girava per il paese e passava negli stessi vicoli, sempre alla medesima ora. Si stabilì a Corigliano e prese dimora in Via Roma. Morì prima dello scoppio del 2° conflitto mondiale. La sua attività fu portata avanti da alcuni capillarә siciliani, che rimasero in Corigliano fino agli inizi degli anni '50. In cambio dei capelli, offrivano oggetti vari.