<<<< cliccare, a sinistra, per ritornare alla pagina precedente

Nomi di famiglia in Calabria

di Luigi De Luca

SCORZAFAVE

E' presente, nella variante Scorzafava, con alta frequenza a Catanzaro e a Gimigliano; nella variante Scorzafave è, forse, esclusivo di Corigliano (con media frequenza).E a Corigliano mi risulta documentato dal 1603 con un Giovanni Alfonso Scalzafava, marito di Livia Vaccara. Quindi, ricorre, con non alta frequenza, fino a noi: Giuseppe S., nativo di Spezzano Piccolo, 1689; Bartolo S., nativo di Spezzano Grande, 1731; Giacomo S.,1742; Bartolomeo S.,1779; Saverio S., 1790; Pasquale S.,1804; Giacinto S., 1823; Achille Alfonso S.,1863; Luigi S., che sposa Bombina Linardi fu Vincenzo nel 1884; Vincenzo S. di Bartolo, Domenico S. detto Gesù Cristo fu Giovanni, Giovanni S. alias Brunetto fu Giuseppe (cantiniere), Giuseppe S. fu Saverio (nativo di Calopezzati, falegname), Caterina S. alias Pignatari fu Francesco (filatrice), 1885. Ricordiamo ancora d. Francesco S., primicerio di S. Giovanni de Fundis nel 1776. Scorzafave Giorgio 1900(cantiniere)L'elenco SIP 1983 registra tre volte Scorzafava e sei volte Scorzafave.

ABATE, ABBATE, L'ABATE, LABATE

"Diffuso prevalentemente nel Sud, ma anche nel Centro".  Gli Abate furono tra le famiglie che, in Sicilia, "costituirono l'elemento più dinamico e interessante della feudalità parlamentare nell'ultimo venticinquennio" ^ del '400. Agli Abate di Sicilia appartiene S. Alberto carmelitano, vissuto fra il XIII sec. e gli inizi del XIV.  L'immagine di S. Alberto è affrescata nel lunotto che sormonta il portale destro della chiesa del Carmine a Corigliano.  In Calabria, il cognome è documentato già in epoca normanna: Goffredus de Abbate, a Cassano nel 1157  A Corigliano è presente sin dal Cinquecento: Petrus e Nicolaus de Abbate, 1544 . Le attestazioni ricorrono, quindi, con regolare frequenza e nelle varie forme (senza e con l'articolo, incorporato o non), fino agli inizi dell'Ottocento: Giovan Bernardino Lobate, 1583; Ottavio Abbate, 1646; Francesco L'Abbate, mastrogiurato nel 1734-35 ; Giuseppe Abbate (sposato con Felicia Avato), 1790 ; Pietro Antonio L'Abbate, sindaco nel 1798-99 ; Bernardino L'Abbate, 1813 . L'elenco SIP 1983 registra quattro Decorrenze nella variante Abate e una soltanto nella forma Lobate. Riguardo al luogo d'origine, ho potuto annotare le seguenti provenienze certe: Castrovillari per il già menzionato Ottavio (1646); Cariati per Camelia Abate, 1728; Fiumefreddo per Gian Battista A., 1746.Gli Abbate sono annoverati dal nostro storico Pugliesi tra le principali famiglie di Corigliano Il cognome Abate deriva da un soprannome formato da abate "superiore di un monastero ".Per l'arma degli Abbate di Messina, vedi l'Appendice.

ABBOSSIDA, ABOSSIDA

Cognome molto raro, presente con pochissime Decorrenze a Crosìa e a Corigliano .A Corigliano mi risulta documentato dal 1875 con Domenico A. Ricorre ancora nel 1898 con Luigi A.. L'elenco SIP 1983 registra due Decorrenze. Alla base di questo cognome è la voce medio-latina BOSSII da “bussolotto”, scatola, astuccio".

ABENANTE

Cognome, ormai raro, già fiorente e diffuso in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.Sul luogo d'origine della famiglia patrizia di questo cognome le notizie sono confuse o contraddittorie. Per il Castiglione Morelli e il Di Crollalanza essa proviene da Venezia, mentre il coriglianese Amato e il Lobstein la indicano come "fiorentina". Gli Abenante si sarebbero, quindi, ramificati in Venosa, Corigliano (e da qui anche a Rossano), Cosenza .Ritengo che il miglior partito sia quello di attenersi al dato sicuro, alla notizia documentata e riferirla senza trarne conclusioni che possono dimostrarsi avventate. Ora, le più antiche notizie certe, da me reperite, sono le seguenti: Riccardus de Avenante, feudatario di Sirignano (AV), nel 1170 ; loannes, Martinus e Petrus de Abenante, "angararii" (uomini tenuti a determinate prestazioni) della Chiesa di Bisignano, nel periodo 1259-69 ; Bartholomeus de Abenante, giudice a Bitonto (BA), nel 1290; Robertus de Abbenante, prete a Martirano (CS), nel 1325 .Di questi, loannes, "angararius" del vescovo di Bisignano, può in qualche modo, considerarsi "coriglianese" perché dimorante a S. Mauro. Questo Giovanni Abenante, dunque, è la più antica presenza certa nel nostro territorio. Dopo Giovanni c'è, sempre con riguardo a Corigliano, un vuoto documentale che si interrompe nel primo Quattrocento con la notizia relativa a un Gaspare . Il pronipote di costui, Barnaba, barone di Calopezzati dal 1495, fu il più noto degli Abenante coriglianesi. Si può ammirare, nella chiesa di S. Antonio a Corigliano, il severo ed elegante monumento funebre fattogli erigere dal figlio Mariano nel 1522. Tornando al cognome, dobbiamo dire che esso, dopo Barnaba, continua nei secoli seguenti a essere documentato, con frequenza dapprima elevata poi decrescente, fino al 1944, quando la famiglia si estingue nella linea maschile con Giovanni Battista . Gli Abenante, appartenenti da epoca aragonese al patriziato provinciale , furono sempre annoverati nella "nobiltà delle famiglie principalissime di Corigliano", come ci attestano un manoscritto anonimo del 1606 pubblicato dal D'Avanzo ,il Pugliesi e l'Amato (i nostri storici più importanti). A Corigliano vari esponenti di questa famiglia ricoprirono cariche pubbliche; ricordiamo i sindaci Felice (1597-98) Cesare (1621-22) , Scipione (1788-89) .Giovanni Maria A. fu ne1 1557 prevosto della chiesa di S. Pietro a Corigliano ; Marco Antonio A. e Baldassarre A. furono arcipreti di S. Maria della Platea, rispettivamente nel 1568 e nel 1708 Una tradizione, accolta e condivisa da vari studiosi per lo più locali, fa nascere a Corigliano , nel 1190 , in seno a questa famiglia, un frate Nicola, francescano, martire a Ceuta in Marocco nel 1227 insieme con frate Leone Somma (pure di Corigliano) e altri cinque frati calabresi. In realtà, il velo della leggenda non è stato ancora del tutto rimosso dalla vicenda dei martiri di Ceuta. E, soprattutto, la critica agiografica più avveduta pare propendere per l'origine toscana di sei dei sette martiri, assodata la provenienza calabrese solo per S. Daniele (di Belvedere) ( Rileviamo, infine, che gli Abenante, suffeudatari dei Sanseverino di Bisignano, si erano anche imparentati con quella potentissima famiglia: una Cenza Abenante aveva sposato Francesco Sanseverino, barone di S. Donato . Abenante è cognominizzazione del soprannome Avvenante, forma antica di avvenente, cioè "bello". Per l'arma degli Abenante di Corigliano, vedi l'Appendice.

ABRIGATA.

Cognome assai raro: in Calabria è presente, forse, solo a Corigliano. Mi risulta documentato dal 1805 con Natale A., nativo di Rossano, che sposa Teresa Caldeo. Ricompare, poi, nel 1831 con Saverio A., che sposa Serafina Tassitano. L’elenco SIP 1983 registra due Decorrenze. Alla base di questo cognome è un soprannome formato con la voce spagnola abrigada "luogo riparato dal vento".

ABRUZZESE, ABBRUZZESE

Cognome "comune nell'Italia meridionale peninsulare" A Corigliano questo cognome mi risulta documentato dal 1771 con Lorenzo A., nativo di Acri, che sposa Vittoria Milito. Ricorre ancora nel 1809 con Michele A. e nel 1886 con Rosa A., moglie di Santo Ritacco. L'elenco SIP 1983 registra sei Abbruzzese e due Abruzzese. Alla base di questo cognome è l'etnicoabruzzese "dell'Abruzzo". ACRI "Cognome della Calabria settentrionale e della Campania.In Calabria esso è attestato fin dalla tarda età normanna con Willelmus de Acri a Luzzi nel 1191; poi, in epoca sveva con Oliverius de Acri a Bisignano nel 1259-69; infine, in età agioina con Guillelmus de Acrio a S. Lorenzo di Lappano (CS) nel 1324.  A Corigliano mi risulta documentato nel 1550 con Censullo d'Acri.  Ricorre, quindi, con modesta frequenza, fino a noi: Roberto d'A., 1569; Cesare d'A., 1583; Filippo d'A.,1603; Maurizio d'A.,1611; Lucia A.,1789; Teresa A.,1864; Bernardo A. fu Domenico, nativo di Luzzi, contadino, 1885. L'elenco SIP 1983 registra cinque occorrenze, riferibili a più gruppi familiari. Alla base del cognome è ovviamente il toponimo Acri (dal greco AKRA "punta di monte, estremità").

ADIMARI

"Cognome ormai molto raro e limitato alla Toscana...", così scrive il De Felice; ma il cognome è presente anche in Calabria (Corigliano, Rossano).  Secondo il Della Marra gli Adimari, fioriti nel Regno di Napoli, ebbero principio da Manno (cioè Alemanno, venuto da Firenze nel 1294) e godettero nobiltà nel seggio di Portanuova, poiché essi erano annoverati tra le famiglie estinte di quel seggio . Il Cuozzo, invece, sulla scorta del fondamentale catalogo feudale (che è anche un catalogo onomastico) di epoca normanna, noto come Catalogus Baronum, fa menzione di una famiglia Ademari di origine nocerina (Nocera inf.) documentata intorno al 1170.  In Calabria, troviamo un'attestazione in epoca sveva: Thomas de Ademario,a Montalto nel 1205. A Corigliano il cognome Adimari è documentato fin dal  Cinquecento con alta frequenza:Hyeronimus, Angelus, Cristaldus, Mercurius, Dominicus, Jallus (o Lallus) de Adimari, ecc., 1544.Poi, continua, sempre rigoglioso, assottigliandosi nel Novecento: Giovanni Bernardino A.,1618, e Carlo A., 1629;Francesco,Lionardo A. e altri, 1742; Giacomo A., 1813;Paolo A.alias Pennato, 1863; Luigi A. mattonaio,Francesco A. notaio e altri, 1885. Tra i vari ecclesiastici e religiosi appartenenti a questa famiglia ricordiamo l'abate d. Muzio Adimari rettore della parrocchia di Ognissanti (Santoro) dal 1692 al 1728. L’elenco SIP 1983 registra sei occorrenze. Adimari deriva dall'antico nome Ademaro o Adimaro di origine germanica e significa "illustre per nobiltà di stirpe".Per l'arma degli Adimari di Firenze, vedi l'Appendice.

AFFORTUNATO

Cognome di nuova formazione.Per Corigliano non ho trovato precedenti "storici" di esso.L'elenco SIP 1983 registra quattro occorrenze. Alla base del cognome è l'appellativo augurale fortunato (in dialetto affortunato) cioè " con un destino favorevole, felice"

AGRIPPINO

Cognome raro: in Calabria è presente con qualche sporadica, isolata occorrenza. A Corigliano, per quanto è a mia conoscenza, compare nel 1795 con Domenico Acripino.Il cognome continua, poi, anche se con esile frequenza, fino a noi: Michelangelo Cicerone A., 1814; Maria Innocenza A., figlia di costui, la quale sposa Giuseppe Pirri, 1865; Giovanni A. alias Calafazza (fu Cicerone armiero), "gualano", 1885. L'elenco SIP 1983 registra quattro occorrenze. Agrippino è la cognominizzazione del nome personale Agrippino, "abbastanza frequente nella Sicilia orientale (specie nel Catanese)".Ricordiamo S. Agrippino vescovo di Napoli nel V secolo.

AIELLO

Diffuso in tutto il Meridione con massima frequenza in Sicilia (a Catania).Nel 1500 a Salerno troviamo una famiglia nobile Aiello (seggio di Portarotese) che si estingue alla fine del '600. A Corigliano questo cognome è attestato già nel 1576 con Paolo d’Aiello. Ricorre con sufficiente continuità fino ai nostri giorni : Nicola d'A.,nativo di Acri,che sposa Dianora Rizzuta di Bisignano nel 1612; Santo d'Ayello alias Maiardone, 1627; Giuseppe de A., marito di Diana Montalto, 1666; Bartolo Aijello,1742); Giuseppe A. alias Mijusco, nativo di Cassano, "forese", e Luigi A. detto zio Luigi, contadino, 1885. L'elenco SIP 1983 registra venti occorrenze. E' un cognome formato dal nome del luogo d'origine: cfr. Aiello, com. in provincia di Cosenza. Aiello deriva dal lalino AGELUS "piccolo campo". Per l'arma degli Aiello del Piano di Sorrento, vedi l'Appendice.

ALBAMONTE

Presente sporadicamente in Calabria (Corigliano, Castrovillari), nel Napoletano e in Sicilia.Una nobile famiglia Albamente fu feudataria di Motta d'Affermo (Messina) sin dal Trecento.Guglielmo Albamonte dei baroni di Motta d'Affermo fu uno dei tredici italiani partecipanti alla disfida di Barletta, il 13 febbraio 1503. A Corigliano, per quanto ne so, il cognome compare con Antonio A. nel 1623 . Ricorre, poi, con buona continuità, fino a oggi: Francesco, Paolo A. ecc., 1742 ; Giuseppe A. 1830 e Tommaso A. 1845 ; Giuseppe A. alias Carpino (contadino), Vincenzo  A. (mattonaio), Alfonso Nicola A. (calzolaio), 1885 . Nell'elenco SIP 1983 si contano undici occorrenze. Cognome composto di alba "bianca" e monte (femminile!) sull'esempio di Chiaramente, di tipo e epoca normanni. Per l'arma dell'antico ramo siciliano, vedi l'Appendice.  

AMENDOLA

Diffuso in tutta l'Italia meridionale, compresa la Sicilia.A Corigliano, per quanto è a mia conoscenza, questo cognome compare nel 1655 con Giovanni Battista A. Ricorre, poi, con presenza assai sporadica e saltuaria: Giovanni Antonio .1730 Franceco A., nativo di Mileto, 1831 L’elenco SIP registra quattro occorrenze. Questo cognome deriva da un soprannome che ha alla base la voce meridionale amendola "mandorla", la quale ha dato origine anche a toponimi: Amendolara, comune in provincia di Cosenza.

AMERISE

Cognome piuttosto raro: concentrato prevalentemente a Trebisacce; poche occorrenze a Corigliano, Cosenza, Villapiana. A Corigliano mi risulta documentato dal 1569 con Cicco d'A. Ricorre, quindi, con discreta frequenza, fino a noi: Mico A.,1626; Bernardino A., 1646 ; Teresa A., che sposa Paolo Romano nel 1727 ; Pascale A.,1742 ; Salvatore A., che sposa M. Grazia Mazziotta nel 1847; Marianna A. alias Curcio fu Luigi (filatrice), Giuseppe A. alias Carrinella (muratore), 1885; Maria A. di Vincenzo, la quale sposa Vincenzo Cariati nel 1904. L'elenco SIP 1983 registra quattro occorrenze. Per l'origine e il significato del cognome il Rohlfs propone il confronto col cognome napoletano Amorese (che è un derivato di Amore).

AMICA, AMICO, D'AMICO

"Diffuso in tutta l'Italia" secondo le varie forme (Amico, Amica, D'Amico, ecc.). Si ricorda un'antica famiglia normanna Amici o Degli Amici, feudatari in Puglia.Il Di Crollalanza registra una famiglia patrizia Amica di Asti e un'altra Amico di Messina ; un ramo Amico godè nobiltà in Paola In Calabria il cognome è documentato, nella forma maschile, in epoca sveva con Petrus de Amico a Bisignano nel 1259-1269 , e in epoca angioina con Nicolaus Amicus a Catanzaro nel 1310 (6).  A Corigliano la prima attestazione da me reperita si riferisce a Mario d'Amica, nativo di Terranova, 1682 Il cognome ricorre, poi, con regolare continuità e frequenza, fino a noi: Mario A., nativo di S.Demetrio, marito di Lucrezia Falcone, 1725 ; Michelangelo A., che sposa Anna De Rose nel 1726 ; Francesco A , 1742 ; Felicia A., nativa di Belvedere, 1781 ; Vittoria A., moglie di Saverio Cianci, 1795; Giovanni A., che sposa Lucia Bevacqua nel 1830 ; Giuseppe A., vaccaro,1863; Antonio A. massaro, Alfonso A. detto Zuccarello, Francesco A. detto Ghiastro, Alfonso A. alias Fumato, 1885. L'elenco SIP 1983 registra otto occorrenze riferibili a più gruppi familiari.11 cognome deriva dal nome personale Amica, femminile di Amico, che è continuazione del latino AMICUS.

 

.............................per continuare, vi rimando al Libro in vendita nelle migliori Librerie di Corigliano Calabro

<<<< cliccare, a sinistra, per ritornare alla pagina precedente

I dieci libri più venduti della settimana

Gianrico Carofiglio

La disciplina di Penelope

Mondadori

Valérie Perrin

Cambiare l'acqua ai fiori

E/O

Alicia Giménez Bartlett

Autobiografia di Petra Delicado

Sellerio Editore

Julia Quinn

Il duca e io. Serie Bridgerton. Vol. 1

Mondadori

Alessandro Barbero

Dante

Laterza

Toshikazu Kawaguchi

Finché il caffè è caldo

Garzanti

Francesco Costa

Una storia americana

Mondadori

Ilaria Tuti

Luce della notte

Longanesi

Luca Ricolfi

La notte delle ninfee

La nave di Teseo

Toshikazu Kawaguchi

Basta un caffè per essere felici

Garzanti

Classifica della settimana dall'

18 al 24 gennaio 2021

In collaborazione con:

Il nostro numero telefonico:

0983883256   

I libri sono di chi li legge(Andrea De Carlo)                    Ci sono crimini peggiori del bruciare libri.Uno di questi è non leggerli(Joseph Brodsky)                    Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima(Marco Tullio Cicerone)                    Non c'è mobilio più incantevole dei libri(Sydney Smith)                     Solo due tipi di libri piacciono a tutti: gli ottimi e i pessimi(Madox Ford)                    Quanti uomini hanno datato l'inizio di una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.(Henry David Thoreau)                    Certi libri sembrano scritti non perché leggendoli si impari, ma perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa(Wolfgang Goethe)                     Nei libri che ricordiamo c'è tutta la sostanza di quelli che abbiamo dimenticato(Elias Canetti)                     La lettura è per la mente quel che l'esercizio è per il corpo(Joseph Addison)                     La lettura di ogni buon libro è come una conversazione con le persone migliori dei secoli passati(René Descartes)                     Si dice che la vita è il massimo, ma io preferisco leggere (Logan Pearsall Smith)                    I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti(Charles W. Eliot)                     Nessun vascello c'è che come un libro possa portarci in contrade lontane...(Emily Dickinson)                     Non leggete per divertirvi o per istruirvi. Leggete per vivere(Gustave Flaubert)                     Oh, essere un libro, un libro che viene letto con tanta passione!(Elias Canetti)                     Sono sempre stato di quella razza di persone a cui piace leggere. Quando non ho niente da fare, leggo(Charlie Brown)                    Io non ho mai avuto una tristezza che un'ora di lettura non abbia dissipato(Charles Louis Montesquieu)                     Bisognerebbe sempre avere qualcosa di sensazionale da leggere in treno (Oscar Wilde)                    Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere (Daniel Pennac)                    Ogni libro è un capitale che silenziosamente ci dorme accanto, ma che produce interessi incalcolabili (Johann Wolfgang Goethe)                     Di una cosa sono convinto: un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi( Franz Kafka)